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Radici del Sud è l’evento che celebra i vini del Sud. Finalmente!

L’edizione 2014, la IX, si è tenuta per la seconda volta a Carovigno, provincia di Brindisi, presso la Masseria Caselli una location tipica ed elegante che ci ha accolti per un’intera settimana dato il fitto programma fitto dell’evento accuratamente organizzato dallo staff di Nicola Campanile.

Radici del Sud va ben oltre la competizione e la premiazione dei vini (suddivisi in 21 categorie in base a Regioni e uvaggi) perché coinvolge buyer stranieri includendoli nelle giurie, nonché organizzando incontri B2B al fine di favorire la promozione e la commercializzazione delle eccellenze meridionali. Si parla di grossi numeri: circa 400 vini di oltre 170 cantine dei quali sono stati proclamati primo e secondo posto per la giuria nazionale, primo e secondo per quella internazionale.

il convegno sull'economia dei vini del sud

il convegno sull’economia dei vini del sud

Ed è così che sono previsti 3 giorni di appuntamenti produttori-acquirenti italiani ed esteri e 3 giorni di degustazioni affidate a 2 giurie: quella Nazionale e quella Internazionale. (Rimando al link dell’evento per l’elenco completo, qui). Per poi terminare con un’ultima giornata di incontro con i produttori aperta a tutti e conclusasi con l’abbinamento dei vini vincitori ai piatti tipici preparati da eccellenti chef locali.

Essendo nella giuria Nazionale potrò dare un’analisi accurata dall’interno partendo da una prima semplice nota: Radici del Sud sancisce decisamente il successo dei vini del Sud che meriterebbero una migliore popolarità che sarà raggiunta a breve grazie alla qualità in crescita dei vini di tutte le regione: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia.

Lo stesso Luciano Pignataro nel suo intervento in occasione del Convegno di chiusura cita il ruolo di Internet che “ha democratizzato la critica” che, in passato, sul cartaceo, tralasciava facilmente le regioni meridionali. Non solo, aggiunge Pignataro, “Internet ha avvicinato i giovani”, cosa non da poco direi. E allora diventa ancora un problema di comunicazione? Non mi stancherò mai di sottolinearne l’importanza di questa comunicazione (rimando a vecchi articoli pubblicati a riguardo, qui e qui).

parte della giuria nazionale di radici del sud 2014

parte della giuria nazionale di radici del sud 2014

D’altra parte la qualità di questi vini è indiscussa, lo afferma lo stesso Hans Bijvoets wine buyer olandese e intenditore di vini italiani “La qualità di questi vini è sempre più soddisfacente, sono contento di investire in Italia”. Un importante suggerimento, inoltre, è quello di Ole Udsen giornalista e scrittore danese, esperto dei vini meridionali che afferma “fino a qualche anno fa i vini francesi dominavano il nostro mercato in nord europa, adesso è esattamente l’opposto, però, siamo invasi dal Ripasso, bisogna riequilibrare la situazione”. Questa opinione non è distante dal pensiero del giornalista russo Vasilly Raskov che scrive per il popolare magazine Wine Simple News, secondo il quale l’Italia ha ribaltato il proprio ruolo rispetto alla Francia raggiungendo una diffusione notevole ed una reputazione diffusa in tutta la Russia.

Ma non solo gli stranieri sono ottimisti ed entusiasti, i siciliani Giacomo Manzo, enologo (Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia), membro della giuria nazionale e Francesca Tamburello che ha contribuito alla selezione delle etichette per Radici, si ritengono molto soddisfatti dei risultati del concorso che ha regalato successi anche alle aziende più piccole ma che si distinguono per serietà e costanza.

E’ interessante verificare come ogni anno giuria nazionale e giuria internazionale diano premi ad aziende diverse e trovo che per l’azienda questa possa essere un’informazione utile. Ci sono delle eccezioni, ci sono aziende premiate da entrambe, complimenti!

Personalmente sono stata colpita dai Grillo siciliani che in questa occasione ho avuto modo di approfondire e permettetemi il campanilismo: stupita dal livello degli Aglianico che in alcuni casi presentavano una finezza paragonabile a quella dei Taurasi altrettanto soddisfacenti insieme all’Aglianico del Vulture che incontra spesso molti palati. La mia commissione non ha avuto i rosati in degustazione (data l’enorme quantità di vini presentati quest’anno l’organizzazione ha deciso di suddividere i vini in categorie assegnandone metà per gruppo) ma pare che i calabresi abbiano dato ottime soddisfazioni e lo stesso è valso per i Primitivo pugliesi.

In ultima battuta mi piace ringraziare Francesco Muci, uno dei Presidenti delle giurie (coordinatore di Slow Wine Puglia) per l’ottimo coordinamento del mio panel di degustazione.

(Per questioni di spazio mi riservo di fornire informazioni più dettagliate su singoli vini e singole cantine nei prossimi pezzi. Ecco intanto i vincitori: http://ivinidiradici.com/index.php/comunicati-stampa/team/2014/337-radici-del-sud-2014-i-vini-vincitori)

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